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Studio Tricologico Reggio Emilia

Metodi di Valutazione in Tricologia

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Per eseguire test e valutazioni precise e corrette, lo Studio Tricologico di Reggio Emilia si avvale di cinque metodiche che permettono di identificare, analizzare e separare, grazie ad elaborazioni digitali, le varie strutture cellulari.
I metodi da noi usati, non traumatici e non invasivi, non fanno uso di trattamenti preparatori fisici, chimici o con manipolazioni. Tutte le informazioni che vengono evidenziate corrispondono al reale stato del capello.

Digital Cellular Map (DCM)

La microscopia cromatografica, evidenzia la morfologia ed il biochimismo del capello. Analizza le varie evoluzioni fisiologiche e anomalie visualizzandone l’assetto degli aminoacidi e degli oligoelementi. Permette di desumere le sofferenze locali e talvolta generali cause delle alopecie con particolare risalto alle alterazioni funzionali legate alle varie noxae lesive; fornisce allo specialista un valido supporto nel follow-up del paziente.

Questa metodica visualizza tutte le strutture cheratiniche e, quindi, la costruzione delle microarchitetture nel loro insieme. Permette di individuare, se presenti, le sofferenze microstrutturali nei vari distretti fornendo indicazioni sulla mitosi, sulla destinazione cellulare e sui futuri sviluppi. Visualizza ed indica la dislocazione degli oligoelementi e degli aminoacidi che dovrebbero essere presenti nelle filiere cellulari, fornendo così indicazioni precise anche sull’aspetto nutritivo e dinamico cellulare.

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Metabolic Crossing Points (MCP)

Il metodo ha evidenziato la presenza di punti di incontro tra le filiere cellulari che nel capello, normalmente in fase anagen 1-2-3, formano una rete a losanghe. La regolare disposizione di questa struttura ha un significato importante per il capello e si ritiene che, nei punti di incontro MCP, avvengano fondamentali, intensi e complessi fenomeni metabolici ed energetici condizionanti l’integrità ed il dinamismo del capello. Questa struttura architettonica è indicativa.

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Select Structure Investigation (SSI)

È un metodo che permette di “attivare” ed evidenziare, con un sistema colorimetrico digitale differenziato, le microstrutture bulbari. Con questa metodica è possibile visualizzare le continuità, lo spessore e il diametro delle architetture, avendo così una mappa precisa cellulare. Viene evidenziato il turnover cellulare mettendone in risalto anche la destinazione. Il metodo fornisce al professionista/specialista indicazioni preziose sulle evoluzioni strutturali sia passate che in atto.

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Inner Structure Polarized Clearing (ISPC)

Questa metodica d’immagine monocromatica, quasi radiografica, evidenzia le strutture più profonde e più importanti, nel loro insieme, del bulbo. Rivela il comportamento statico e dinamico delle impilazioni cellulari permettendo un approfondimento di indagine sia per quanto riguarda l’orientamento evolutivo del capello, che per le condizioni della matrice praticamente in tempo reale.

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Digital Scinti Scanner (DSS)

Questo metodo digitale individua le microarchitetture interne del bulbo mettendo in risalto le zone particolarmente attive. Le zone di maggiore attività cellulare sono voluminose e compatte e non sempre trasmettono in modo ideale la luce, sia essa per riflessione che per rifrazione. Il DSS è pertanto necessario per evidenziare il comportamento di queste zone altrimenti in “ombra”.

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La microscopia cromatografica, evidenzia la morfologia ed il biochimismo del capello. Analizza le varie evoluzioni fisiologiche e anomalie visualizzandone l’assetto degli aminoacidi e degli oligoelementi. Permette di desumere le sofferenze locali e talvolta generali cause delle alopecie con particolare risalto alle alterazioni funzionali legate alle varie noxae lesive; fornisce allo specialista un valido supporto nel follow-up del paziente.

Questa metodica visualizza tutte le strutture cheratiniche e, quindi, la costruzione delle microarchitetture nel loro insieme. Permette di individuare, se presenti, le sofferenze microstrutturali nei vari distretti fornendo indicazioni sulla mitosi, sulla destinazione cellulare e sui futuri sviluppi. Visualizza ed indica la dislocazione degli oligoelementi e degli aminoacidi che dovrebbero essere presenti nelle filiere cellulari, fornendo così indicazioni precise anche sull’aspetto nutritivo e dinamico cellulare.

Metabolic Crossing Points (MCP)

Il metodo ha evidenziato la presenza di punti di incontro tra le filiere cellulari che nel capello, normalmente in fase anagen 1-2-3, formano una rete a losanghe. La regolare disposizione di questa struttura ha un significato importante per il capello e si ritiene che, nei punti di incontro MCP, avvengano fondamentali, intensi e complessi fenomeni metabolici ed energetici condizionanti l’integrità ed il dinamismo del capello. Questa struttura architettonica è indicativa.

Select Structure Investigation (SSI)

È un metodo che permette di “attivare” ed evidenziare, con un sistema colorimetrico digitale differenziato, le microstrutture bulbari. Con questa metodica è possibile visualizzare le continuità, lo spessore e il diametro delle architetture, avendo così una mappa precisa cellulare. Viene evidenziato il turnover cellulare mettendone in risalto anche la destinazione. Il metodo fornisce al professionista/specialista indicazioni preziose sulle evoluzioni strutturali sia passate che in atto.

Inner Structure Polarizing Clearing (ISPC)

Questa metodica d’immagine monocromatica, quasi radiografica, evidenzia le strutture più profonde e più importanti, nel loro insieme, del bulbo. Rivela il comportamento statico e dinamico delle impilazioni cellulari permettendo un approfondimento di indagine sia per quanto riguarda l’orientamento evolutivo del capello, che per le condizioni della matrice praticamente in tempo reale.

Digital Scinti Scanner (DSS)

Questo metodo digitale individua le microarchitetture interne del bulbo mettendo in risalto le zone particolarmente attive. Le zone di maggiore attività cellulare sono voluminose e compatte e non sempre trasmettono in modo ideale la luce, sia essa per riflessione che per rifrazione. Il DSS è pertanto necessario per evidenziare il comportamento di queste zone altrimenti in “ombra”.

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